L(ucius) Calidius Eroticus sibi et Fanniae Voluptati v(ivus) f(ecit). 
Lucio Calidio Erotico fece da vivo per sé e per Fannia Volutta.
 
Copo, computemus. Habes vini ((sextarium)) I, pane(m) a(sse) I, pulmentar(ium) a(ssibus) II. Convenit. 
Oste, facciamo il conto. Hai un sestario di vino, un asse per il pane, due assi per le pietanze. D’accordo.
 
Puell(am) a(ssibus) VIII. Et hoc convenit. 
La ragazza per otto assi. E anche su questo concordo.
 
Faenum mulo a(ssibus) II. Iste mulus me ad factum dabit!
Il fieno per il mulo per due assi. Questo mulo mi porterà alla rovina!



La pietra calcarea che riporta questa iscrizione fu ritrovata nella diramazione della via Latina che da Venafro va a Isernia, in località Quadrelle presso la Taverna della Trinità a Macchia d’Isernia. Questa l’ipotesi fatta dal Viti è, ad oggi  la più accreditata per questo singolare reperto che dal 1901 è conservato al Museo del Louvre dopo numerosi passaggi di proprietà.

La “pietra”, dal peso di 440 kg, risale verosimilmente all’età imperiale, I secolo d.C. o inizio del II secolo d.C., oltre all’iscrizione riporta un basso rilievo raffigurante l’oste, L. Calidius Eroticus, e il viandante con il suo cavallo.

Il dialogo inciso sulla pietra rappresenta un unicum, perlomeno nell’epigrafia locale coeva, e questo ha suscitato un forte dibattito tra gli studiosi sul vero scopo di questa iscrizione, un monumento funebre come suggerisce il classico incipit oppure una insegna pubblicitaria della Taverna?

Per maggiori approfondimenti vi riportiamo il saggio di Laura Fontana che  tenta un approccio prettamente letterario alla disamina dell’epigrafe, nella convinzione che questa possa a ben vedere essere posta in dialogo non solo con il teatro, ma anche con altri generi letterari, nonché con specifici componimenti.



ASPETTI LETTERARI DI UNA CONTROVERSA ISCRIZIONE di Laura Fontana